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dai GIORNALI di OGGIUniversità, più fondi alle migliori Tagli per 27 atenei "sotto gli standard" Per la prima volta in Italia applicato un criterio di qualità nella distribuzione dei fondi. I primi tre atenei in classifica: Trento e i Politecnici di Milano e Torino MILANO 2009-07-25 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-07-25 ricerca, progetti, processi formativi tra i criteri di valutazione Università, più fondi alle migliori Tagli per 27 atenei "sotto gli standard" Per la prima volta in Italia applicato un criterio di qualità nella distribuzione dei fondi. I primi tre atenei in classifica: Trento e i Politecnici di Milano e Torino MILANO - L’Università di Trento, i Politecnici di Milano e di Torino sono i tre migliori atenei italiani. Quelli che, secondo il ministero, hanno i maggiori standard qualitativi. E per questo verranno premiati. Anzi, il premio è già stato assegnato dal ministro Mariastella Gelmini. Per la prima volta in Italia, infatti, il ministero ha distribuito una parte dei fondi destinati alle Università sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità. Il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, cioè 525 milioni di euro, è stato assegnato in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei. In particolare i due terzi di questo fondo sono stati assegnati in base alla qualità della ricerca, un terzo in base alla qualità della didattica. E la classifica, che ha fatto da base a questa divisione dei fondi, certamente farà discutere (leggi la graduatoria del ministero). Perchè se c'è chi ottiene più fondi, ci sono anche atenei che, di conseguenza ne riceveranno di meno. E nella prima graduatoria sono ben 27 le università che avranno un "taglio" di fondi perché secondo la valutazione "non hanno gli standard qualitativi previsti". Università di Trento, facoltà di Ingegneria Università di Trento, facoltà di Ingegneria ECCELLENZE - Il provvedimento, firmato oggi dal ministro Mariastella Gelmini, avvia quindi un nuovo sistema di valutazione delle Università italiane. L'intenzione del ministero e del governo è di premiare gli atenei più "virtuosi". Quali eccellenze sono state rilevate nelle università premiate? Trento, per esempio, secondo il provvedimento ministeriale, pur essendo un piccolo ateneo, è riuscito meglio di ogni altro a intercettare, attraverso propri progetti, i finanziamenti europei. I politecnici di Milano e Torino, invece, hanno conseguito risultati importanti su didattica, ricerca, capacità di autofinanziarsi, buone valutazioni degli studenti, processi formativi positivi (numero di docenti adeguato in rapporto al numero degli studenti), presenza di molti progetti assegnati dal Programma Nazionale di Ricerca. PROMOSSI E BOCCIATI - Diversi gli atenei del Centro-Sud promossi: Roma "Tor Vergata", l’Università di Chieti e Pescara, l’Università della Calabria, l’Università Politecnica delle Marche, l’Ateneo della Tuscia, il Politecnico di Bari e l’Università del Sannio di Benevento. Ma è anche vero che tra i 27 bocciati che avranno meno fondi ci sono soltanto tre atenei del Nord (Brescia, Parma e Iuav Venezia): le altre 24 università con giudizio negativo sono tutte al Centro o al Sud. E ci sono anche atenei di rilievo, come per esempio La Sapienza di Roma. Ma quanto vale la "promozione" in termini di finanziamenti? In particolare Trento ottiene 6 milioni in più, il Politecnico di Milano 8, Bologna 5, Padova 4. A Foggia, penultima in classifica, invece viene tolto 1 milione di euro, mentre Macerata, ultima, avrà un "taglio" di 1 milione 130mila euro. Dal 29 luglio i dati e le valutazioni saranno pubblicate sul sito del Ministero. L’erogazione dei finanziamenti del 7% alle Università di Trieste, Firenze e Siena è stata sospesa in attesa della presentazione di un piano finanziario di risanamento dei bilanci che attualmente risultano in rosso. 24 luglio 2009
pacchetto universita' Atenei, ecco chi stila la graduatoria L'agenzia che valuta le università: i compiti e i criteri Il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento sulla struttura e il funzionamento dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur). La nuova Agenzia valuterà la qualità degli Atenei e degli Enti di ricerca. Le rilevazioni prodotte saranno determinanti per distribuire una parte del Fondo di finanziamento ordinario alle Università ed agli Enti di ricerca che raggiungeranno i risultati migliori. I La nuova Agenzia sostituisce e unifica i due comitati di valutazione attualmente esistenti: il Cnvsu (che valuta le università) e il Civr (che valuta la ricerca). COSA VALUTA - L’efficienza e l’efficacia dell’attività didattica sulla base di standard qualitativi di livello internazionale, anche con riferimento ai livelli d’apprendimento degli studenti e del loro inserimento nel mondo del lavoro; - Le strutture delle università e degli enti di ricerca, i corsi di studio universitari, i dottorati di ricerca, i master universitari e le scuole di specializzazione; - La qualità e i risultati dei progetti ricerca; - L’acquisizione di finanziamenti esterni, l’attivazione di rapporti di collaborazione e lo scambio di ricercatori con soggetti pubblici e privati; - la qualità e i risultati della ricerca. Si userà dunque il sistema peer review, cioè la valutazione anonima di illustri accademici internazionali. ALTRI COMPITI -Elabora e propone al Ministro i requisiti quantitativi e qualitativi per l’istituzione di nuove università o di sedi distaccate, per l’attivazione di tutti i corsi di studio universitari, dei dottorati di ricerca, dei master universitari e delle scuole di specializzazione; - Valuta i risultati degli accordi di programma ed il loro contributo al miglioramento della qualità complessiva del sistema universitario e della ricerca; - Valuta l’efficienza e l’efficacia dei programmi pubblici di finanziamento e di incentivazione delle attività didattiche, di ricerca e di innovazione. Ogni anno l’Anvur redigerà un rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca che sarà presentato al Ministro e trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) e al Parlamento. 24 luglio 2009
la graduatoria del ministero Università: i criteri di valutazione Ecco come è stata formulata la classifica degli atenei Ecco, di seguito, i parametri con i quali sono state valutate le Università secondo quanto comunicato dal Minsitero In base alla qualità della ricerca si è tenuto conto: - per il 50% delle valutazioni dell’agenzia Civr sulla qualità della ricerca in base a parametri internazionali; - per il 20% del numero dei ricercatori e dei docenti che hanno partecipato a progetti di ricerca italiani valutati positivamente; - per il 30% della capacità delle Università di intercettare finanziamenti europei per la ricerca. In base alla qualità della didattica si è tenuto conto: - per il 20% della percentuale dei laureati che trovano lavoro a 3 anni dal conseguimento della laurea; - per il 20% delle Università che tengono corsi con i propri insegnanti di ruolo e che limitano il ricorso a contratti e docenti esterni. In questo modo si vuole limitare la pratica non virtuosa della proliferarazione di corsi ed insegnamenti non necessari e affidati a personale non di ruolo; - per il 40% della quantità degli studenti che si iscrivono al secondo avendo fatto almeno i 2/3 degli esami del primo anno. Questo per premiare le Università che curano la didattica e in generale gli atenei che limitano la dispersione; - per il 20% delle Università che danno la possibilità agli studenti di valutare attraverso un questionario la qualità della didattica e la soddisfazione per i corsi di laurea frequentati. 24 luglio 2009
pacchetto universita' Taglio dei corsi inutili: i criteri Le linee di intervento del ministero per ridurre i corsi Nel pacchetto Università presentato al Consiglio dei Ministri è previsto anche un capitolo che riguarda il taglio dei corsi inutili Negli ultimi mesi sono già stati tagliati il 20% dei corsi inutili e con questo provvedimento sarà possibile ridurli ulteriormente (per esempio: i corsi di specializzazione di medicina sono stati ridotti da 1600 a 1200. Ridotti anche i settori disciplinari). Ora il governo avvia una razionalizzazione dei corsi di laurea. Ecco i criteri che intende seguire.
-una definizione di più elevati requisiti di docenza per attivare i corsi di studio, al fine di ridurne la proliferazione; -disattivazione obbligatoria dei corsi di studio con basso numero di studenti; -limitazione alla proliferazione degli insegnamenti, attraverso l’individuazione del carico massimo di docenza che ciascun Ateneo è complessivamente in grado di erogare; -limitazione alla frammentazione degli insegnamenti attraverso definizione del numero minimo di crediti (6) per esame; -eliminazione degli ostacoli di natura organizzativa e formale alla mobilità degli studenti, determinati da una eccessiva eterogeneità dei regolamenti didattici degli Atenei; -potenziamento dell'efficacia valutazione interna, prevedendo una composizione dei Nuclei di valutazione d’Ateneo a maggioranza esterna; -limitazione del numero di crediti extrauniversitari che ogni Ateneo può riconoscere. 24 luglio 2009
Concorsi e ricercatori, i nuovi criteri Il pacchetto Università presentato al Cdm comprende anche nuovi criteri per i concorsi da ricercatore: "più oggettivi basati su parametri internazionali". In particolare nel decreto presentato dal ministro Gelmini viene richiesto che ogni titolo scientifico sia valutato "separatamente e specificamente, per evitare giudizi sommari e approssimativi". Viene inoltre richiesto, per i settori scientifici, il ricorso a valutazioni di indici oggettivi e a sistemi di valutazione internazionali (peer review). Si dovrebbero, in questo modo, ridurre i margini di arbitrio delle commissioni. Sbloccati i concorsi e sorteggio Con la direttiva firmata oggi avviano le procedure per la formazione delle commissioni di concorso in base alle nuove regole per il reclutamento dei professori universitari e dei ricercatori. I concorsi banditi nelle due tornate nel 2008 erano stati sospesi dalle nuove norme contenute nel DM 180 che impongono le nuove e più trasparenti modalità di formazione delle commissioni. Si tratta di 1800 concorsi. Reclutamento dei professori universitari Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accade ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Si evita così il rischio di predeterminare l’esito dei concorsi e si incoraggia un più ampio numero di candidati a partecipare. Reclutamento dei ricercatori Le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale. 24 luglio 2009
ATENEI DELLA CAPITALE Due bocciate di lusso: La Sapienza e Roma Tre non superano l'esame Gelmini Promosse Tor Vergata e Iusm che avranno più fondi. Rettore Fabiani: "Criteri di valutazione inadeguati" Tor Vergata (foto Jpeg) Tor Vergata (foto Jpeg) Due bocciati di lusso (La Sapienza e Roma Tre), due promossi a pieni voti (Tor Vergata e lo Iusm). I quattro atenei della capitale non passano indenni l'esame Gelmini. La classifica delle università virtuose stilata dal ministero dell'Istruzione in base ai nuovi criteri di valutazione, determinerà un aumento o una diminuzione dei finanziamenti. L'università di scienze motorie (Iusm) del Foro Italico riceverà così il 2,35% in più di fondi, Tor Vergata l'1,28% in più. Per Roma Tre e La Sapienza decurtazione rispettivamente dello 0,79% e del 2,11%. Riguardo gli atenei fuori Roma, bene la Tuscia, che otterrà l'1,8% in più di fondi, male Cassino, cui i finanziamenti saranno tagliati del 2,21%. Il rettore di Roma Tre Guido Fabiani (foto Jpeg) Il rettore di Roma Tre Guido Fabiani (foto Jpeg) ROMA TRE: "VALUTAZIONI NON ADEGUATE" - "Sono convinto della necessità di instaurare un corretto meccanismo di valutazione degli atenei - afferma Guido Fabiani, rettore dell'Università Roma Tre -. Sono però altrettanto convinto che il meccanismo messo in atto non sia adeguato a rispecchiare le performance degli atenei sotto vari punti di vista: didattica, ricerca, servizi agli studenti". Secondo il rettore, "il modello applicato tiene in conto marginale quegli atenei, come Roma Tre, che hanno destinato agli stipendi dei dipendenti una cifra ben al di sotto del 90% del loro finanziamento". La soglia del 90% , osserva ancora Fabiani, significa utilizzare la maggior parte delle risorse per il personale e utilizzare solo il 10% per il funzionamento degli atenei e i servizi agli studenti. "Premiare, come è stato fatto, atenei vicini a questo limite -rimarca Fabiani- significa nei fatti sollecitare una politica di scarso rigore nell'uso delle risorse. Posso sostenere, riguardo al mio ateneo che si è distinto su questo piano che il rigore non è stato per nulla premiato. Auspico per il futuro una profonda revisione nel meccanismo di distribuzione dei fondi". IL COMMENTO DI TOR VERGATA - Il meccanismo di valutazione adottato dal ministero dell'Istruzione, invece, piace al rettore dell'università di Tor Vergata, Renato Lauro. "E' un sistema che si basa su criteri oggettivi - spiega Lauro - che serve per stimolare il merito e per migliorare la programmazione dei finanziamenti pubblici agli atenei italiani".
24 luglio 2009
Atenei, fondi ai migliori. Firenze? Non classificata. Il rettore: "Dati sbagliati" Le università migliori ricevono più finanziamenti dal ministero. Ma Firenze e Siena non risultano in classifica: fondi sospesi in attesa del piano di risanamento dei bilanci in rosso FIRENZE - Il ministero dell'Istruzione, con un provvedimento del ministro Mariastella Gelmini, ha distribuito i fondi alle migliori università seguendo il criterio del merito, in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei, stilando anche una classifica dei promossi e bocciati, ovvero chi ha ottenuto il finanziamento e chi no. Brutta sorpresa per gli atenei toscani: solo Pisa rientra nella classifica (ottiene lo 0,99 per cento), mentre non c'è traccia delle università di Firenze e Siena. SCOMPARSI FIRENZE E SIENA - I due atenei non compaiono proprio nella graduatoria stilata dal ministero, nè tra i migliori nè tra i peggiori: il ministero spiega infatti che l’erogazione dei finanziamenti del 7 per cento alle Università di Trieste, Firenze e Siena "è stata sospesa in attesa della presentazione di un piano finanziario di risanamento dei bilanci che attualmente risultano in rosso". IL RETTORE DI FIRENZE: "DATI SBAGLIATI" - Ma Firenze non ci sta e corregge quelli che secondo il rettore dell'ateneo fiorentino, Augusto Marinelli, sono dati sbagliati. "La comunicazione - dice il Magnifico - secondo cui l’erogazione del finanziamento all’Università di Firenze è stata sospesa in attesa di un piano di risanamento del bilancio, risulta errata. Si sono basati, erroneamente su dati rettificati dallo stesso Ministero con una lettera dello scorso 17 giugno". "L’indice di virtuosità degli atenei - spiega Marinelli - è individuato nel rapporto fra spese fisse per il personale e Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che non deve superare la soglia del 90%: tale percentuale, prevista dalla normativa vigente, è stata assunta come parametro per individuare gli atenei con i conti a posto dalla recente legge 1/2009. Secondo un primo erroneo calcolo l’ateneo fiorentino aveva superato nel 2008 tale percentuale, ma, in seguito a una richiesta di ricalcolo avanzata dall’ateneo, lo stesso Ministero ha rettificato il dato con la lettera citata, attestando che l’Università di Firenze per il 2008 non ha superato la quota del 90%.". Il rettore sottolinea quindi che l’università di Firenze "da anni si sta impegnando con grande serietà e con decisioni scomode per il superamento delle criticità dell’attuale sistema di finanziamento delle università italiane". "Ricordo, solo a titolo di esempio - conclude - la razionalizzazione dell’offerta formativa (- 30% negli ultimi due anni), la riorganizzazione dei dipartimenti, le vendite del patrimonio immobiliare non funzionale alle attività didattiche e di ricerca, l’attuazione dell’articolo 72 della legge 133/08, relativo al personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo". IL RETTORE DI SIENA: "SOSPENSIONE CORRETTA" - Di diverso avviso invece, il rettore di Siena, Silvano Focardi: "Correttamente il ministero dell’Università e della Ricerca, che sta valutando l’efficacia del piano di risanamento da noi presentato, approvato il 17 novembre 2008 e modificato il 13 luglio scorso, ha ritenuto in questo momento di sospendere l’erogazione dei fondi definitivamente attribuiti al nostro ateneo, in attesa di avere nei prossimi giorni un incontro con me e con il direttore amministrativo Emilio Miccolis per valutare i contenuti del piano stesso". Lo afferma in una nota il rettore dell’università di Siena, Silvano Focardi, in riferimento alla notizia sui fondi che il ministero ha assegnato ad alcuni atenei in base alla qualità della ricerca e della didattica. A questo proposito, dichiara Focardi, "desidero comunicare che l’università degli studi di Siena è per qualità della ricerca e della didattica ai primi 10 posti nella classifica nazionale". L’ateneo senese è impegnato in un complesso risanamento finanziario dovuto ad una pesante situazione debitoria emersa negli ultimi tempi. MA IL MINISTERO RIBADISCE LA CORRETTEZZA DELL'ESCLUSIONE - L’università di Firenze "ha ottenuto sicuramente dei miglioramenti nella razionalizzazione della spesa e nel mantenere una discreta qualità della ricerca" ma il suo stato dei conti "è comunque monitorato attentamente dal ministero perchè molto vicino alla soglia giudicata come non adeguata". Lo precisa il dicastero di viale Trastevere riferendosi alla situazione del bilancio dell'ateneo fiorentino. "Per questo motivo attualmente - spiega - l’erogazione del premio alle università più virtuose è sospesa in attesa di un’ulteriore verifica dei conti dell’ateneo". SUL PODIO DEI MIGLIORI - L’Università di Trento, i Politecnici di Milano e di Torino sono i tre migliori atenei italiani. Quelli che, secondo il ministero, hanno i maggiori standard qualitativi. Per la prima volta in Italia, infatti, il ministero ha distribuito una parte dei fondi destinati alle Università sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità. Il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, cioè 525 milioni di euro, è stato assegnato in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei. In particolare i due terzi di questo fondo sono stati assegnati in base alla qualità della ricerca, un terzo in base alla qualità della didattica. E la classifica, che ha fatto da base a questa divisione dei fondi, certamente farà discutere. Perchè se c'è chi ottiene più fondi, ci sono anche atenei che, di conseguenza ne riceveranno di meno. E nella prima graduatoria sono ben 27 le università che avranno un "taglio" di fondi perchè secondo la valutazione "non hanno gli standard qualitativi previsti". 24 luglio 2009
"Race to the Top" è pensata per migliorare la qualità in tutti gli stati Usa, gara per migliorare le scuole In palio ci sono 4 miliardi di dollari per i migliori risultati. Obama: "Incentivo per l'istruzione" WASHINGTON- È la nuova sfida di Barack Obama. O meglio: è lui che lancia la sfida a tutti gli stati americani. Il presidente chiede di migliorare l'istruzione, alzando gli standard accademici e vincolando gli aumenti di stipendio dei docenti al rendimento degli alunni.. E per farlo mette sul piatto 4 miliardi di dollari. "Il futuro appartiene alla nazione che fornisce la migliore istruzione al proprio popolo", ha detto Obama. E ha sottolineato che il sistema americano "ha fallito questo compito" in molti settori. IL PREMIO- Sarà una vera gara. "Race to the top" è una competizione per eccellere nel sistema scolastico. E i 4,35 miliardi di dollari per il fondo istruzione andranno a premiare "gli stati per i buoni risultati ottenuti e gli incentivi per creare miglioramenti futuri". E il presidente ha aggiunto: "La gara inizia oggi e questa competizione non è basata sulla politica o sull'ideologia o sulle preferenze riguardo ad un particolare gruppo di interesse, ma su quello che ogni stato è pronto a fare". I fondi saranno usati quindi come strumento di pressione per spingere le scuole a alzare gli standard accademici, migliorare i sistemi di assunzione ed i corsi di aggiornamento degli insegnanti, adottare sistemi di controllo della performance di docenti e studenti, secondo quanto ha spiegato il ministro dell'Istruzione Arne Duncan. 24 luglio 2009
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2009-07-25 Così sui forum internet si commenta la riforma approvata ieri dal Cdm Il Sud insorge: "Aria fritta". Ma c'è chi apprezza: "Bene distribuire meglio le risorse" Soldi agli atenei più virtuosi Sul web qualche sì e molte critiche Soldi agli atenei più virtuosi Sul web qualche sì e molte critiche ROMA - Qualche apprezzamento e molte critiche. Ecco come il popolo del web ha commentato i provvedimenti sulle università emanati ieri dal ministro dell'Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini. Il Sud insorge mentre sono molti a pensare che si tratti della "solita aria fritta". Il provvedimento più discusso è senz'altro quello sulla ripartizione del cosiddetto Fondo premiale, il 7 per cento (pari a circa 525 milioni di euro) dell'intero Fondo di finanziamento ordinario per il 2009. Critiche al metodo. Sono parecchi coloro che, anche apprezzando la mossa, non si raccapezzano. "Il ministero usa il termine 'virtuoso' in maniera fuorviante e strumentale. Si tratta, difatti, di una classifica puramente economica: vengono premiate le università che hanno speso di meno", scrive paulatz. Riferendosi al numero di studenti che si iscrivono al secondo anno dopo avere superato almeno i due terzi degli esami "salgono in classifica le università dove è più facile superare gli esami", osserva emmeerre. Dello stesso tenore il commenti di lenottera. Ma quello che stronca il metodo Gelmini è di bastardo58: "La classifica contiene un gran bel numero di sorprese anche per ..... addetti ai lavori. Questa classifica fà a pugni con le classifiche stilate a livello internazionale. Come spiega il CIVR che Trento è prima nella sua classifica ma non compare tra le 100 migliori università europee? Come fa ad andare davanti ad altre 8-9 università? Come mai la classifica CIVR premia atenei medio piccoli ? Se i risultati del CIVR sono questi, forse è meglio eliminarlo e prendere A GRATIS queste classifiche fatte da team sicuramente indipendenti di gente che studia tutto l'anno il problema". "Ahahah, se i laureati di atenei della Puglia, Campania, Sicilia (regione dalla disoccupazione cronica) non riescono a trovare lavoro entro tre anni questo significa che le università non sono didatticamente adeguate?", si chiede iliosis. kiokona parla, in modo ironico, di "criteri geniali!". "Corro ad iscrivermi all'università dell'Insubria, finalmente riconosciuta per il suo valore! Evviva le università bonsai, senza ricerca e con 4 iscritti! loro sì che sono virtuose. Chiudiamo invece Trieste, La Sapienza, Firenze, Pisa, Bologna, Napoli, con la loro assurda pretesa di istruire centinaia di migliaia di studenti e fare anche ricerca di base". E alba10 si chiede: "come abbiano fatto atenei in dichiarata bancarotta a risultare virtuosi... mah... e poi virtuosi che vuol dire?". "Sarei curioso di conoscere i criteri adottati. "Mi sembra strano che il livello scientifico della Federico II o dell'Orientale di Napoli sia inferiore a quello dell'università dell'Insubria o della Tuscia", commenta stsacco. E anche i prof si ribellano. "Che cosa deve fare un professore universitario che si sforza da anni per mantenere buona la qualità della propria ricerca e didattica e che legge invece che il proprio Ateneo (La Sapienza di Roma) è tra quelli non virtuosi e che quindi si dovrà accontentare di minori risorse (ancora!). Forse è arrivato il momento di mandare tutti quanti a quel paese?". Il Sud che si ribella. "La logica di questo provvedimento - scrive stefanomc - è che come al solito è il sud a prenderlo in quel posto: Italia paese sempre più viscido e schifoso". Per terra11 il "Sud ancora e sempre stuprato... sarebbe meglio portare la meritocrazia in parlamento!". Mentre riclaur osserva che "del 50 per cento dei più virtuosi il 90 per cento è al nord. E' chiaro che c'è un fattore ambientale che viene alimentato dal premio. In queste condizioni dando più fondi al nord si aumentano ulteriormente gli squilibri strutturali". Anche "la percentuale di occupati dipende anche dalla situazione socio-economica dell'area in cui si trova l'ateneo: le università del Sud sono dunque penalizzate", scrive luciam2. "E' vero!!, il federalismo fiscale sta funzionando, togliendo sempre più soldi al sud, spostandoli a nord. Questo provvedimento ne è la prova eloquente. Brava Gelmini!!! Continua così!!", dice bicienzo5. Di parere analogo alphabetagamma: "Il criterio comunque è tale da consentire il "federalismo": quasi tutti i fondi al nord, le riduzioni al sud". Gli studenti poveri tartassati. "I soldi che verranno meno agli atenei - commenta andrea021 - da parte dello stato saranno prelevati agli studenti aumentando le tasse. Questa sarebbe una bella novità". Anche simoneutzeri la pensa alla stessa maniera. "La verità - per lana05 - è che questo governo usa i media televisivi per pilotare il consenso: è normale che si cerchi di fare una scuola d'elite solo per ricchi e dare al resto del popolo gabibbi e veline". "Non mi sembra una gran bella notizia: si penalizzano solo un certo tipo di studenti. Cosa dovrebbe fare un genitore di un ragazzo napoletano? Mandarlo a studiare dove dice la Gelmini, perché lì la didattica è migliore? E i soldi chi li trova?", si chiede kikko311060. "Governo pessimo!", è il commento di netrace. "Mi sembra davvero una pessima idea. E' come se a scuola un giovane andasse male e, invece di dare un brutto voto, gli vengono tolti i libri. Come può una università bocciata promuoversi, rilanciarsi se gli viene tolta l'aria per respirare?". Secondo augurisilvio "Questo sistema è devastante: il risultato alla lunga sarà che l'istruzione diventerà per pochi e soprattutto l'obiettivo è la privatizzazione". I favorevoli. I provvedimenti della Gelmini raccolgono anche consensi. "Sono ferocemente antiberlusconiano, ma mi sembra che questa iniziativa sia solo da lodare! Cosa c'entrano le scuole per ricchi? sono tutte università pubbliche, qualcuna buona, qualcuna pessima", scrive razionale. Per effepi01 "condivisibili gli obiettivi, discutibili diversi criteri di valutazione. Benissimo per quanto riguarda la soppressione di corsi inutili". "Credo che il grosso problema dell'istruzione non è su quanto viene destinato ma come. I soldi per l'istruzione sono molti, ma distribuiti in maniera pessima. Se c'è una azione in questo senso la vedo positivamente, scrive ermes1740. Preoccupato tiziano766: "Tutto quello che leggo nell'articolo mi piace, e pure tanto. mi devo preoccupare?". Mentre vinmal74 invita la Gelmini ad andare avanti: "Era ora! Speriamo sia solo l'inizio di un nuovo circolo virtuoso". "La Gelmini sta facendo un ottimo lavoro, sotto sotto sono contenti anche molti esponenti del Pd solo che hanno paura del sindacato e stanno zitti", scrive paolone. Pur sempre Tagli. "CORTESEMENTE, NON SI PARLI DI MILIONI DI EURO IN PIU'! Si tratta di criteri di distribuzione di una quota di FFO salassato dalla legge 133/08. Al sistema universitario pubblico italiano viene tagliato, da qui al 2013, il 67% del suo budget reale, cioè, assegni fissi a parte, di ciò che spende per ricerca, didattica, edilizia, internazionalizzazione", commenta infastidito il cugino. "SONO SOLO TAGLI! - incalza biancarandi -, si danno poche briciole in più a qualcuno e si taglia qualcosa ad altri per distrarre l'attenzione. La verità è che questo governo ha tagliato i fondi ad una università che è la più povera tra quelle dei paesi industrializzati". D'accordo anche valenti02. "Si tratta di fumo negli occhi. Il problema è che il governo ha deciso per il 2010 e gli anni seguenti tagli indiscriminati che porteranno al collasso l'Università ed il sistema di ricerca italiani. Già ora siamo al 29esimo posto (su 30) fra i paesi OCSE per percentuale sul PIL di investimenti in università e ricerca e dopo questi tagli, nel 2010, saremo al punto che la maggioranza delle università italiane non avrà i fondi per pagare gli stipendi ai docenti ed al personale". I raccomandati restano. Per stalinne la vera rivoluzione è un'altra. "Più che tagliare i fondi dovrebbero fare in modo che coloro che causano scarsa qualità per proprio demerito non facciano più parte dell'università, altrimenti ci rimettono solo gli studenti", scrive. Secondo luca57 "la selezione deve essere fatta prima, alle università devono accedere i migliori, non devono essere delle aree di parcheggio così facendo le facoltà buone vivrebbero ed i carrozzoni si estinguerebbero naturalmente, sia a nord che a sud". "Le Università hanno bisogno di soldi? Bene, allora possono licenziare i raccomandati di turno e far tornare in Italia i cervelli fuggiti all'estero", è la proposta di achille125. Ma non ci si illuda: "Caro achille125, ma non ti rendi conto che chi dovrebbe licenziare è raccomandato anche lui? All'estero i cervelli li pagano, però devono conseguire i risultati prefissati, se no calci... beh già lo sai dove", risponde scoiattolo04. (25 luglio 2009)
Polemiche dopo la presentazione del sistema meritocratico per l'assegnazione dei fondi Le università del centro-sud sul piede di guerra: Fabiani, "Il meccanismo non adeguato" La protesta degli atenei bocciati "Regole incerte, Italia divisa in due" La protesta degli atenei bocciati "Regole incerte, Italia divisa in due" NON POTEVANO mancare le polemiche alla decisione del Ministero dell'Università di introdurre misure meritocratiche per lo stanziamento dei fondi per gli atenei. Sul piede di guerra molti rettori che hanno assistito ad un taglio netto delle risorse a loro disposizione. In difficoltà molti atenei del centro sud. Roma Tre guida la rivolta. "Il meccanismo messo in atto dal governo non è adeguato a rispecchiare le performance degli atenei", ha dichiarato Guido Fabiani, rettore del terzo ateneo romano. "La cosa più importante è che il modello applicato tiene in conto marginale quelle università, come Roma Tre, che hanno destinato agli stipendi ben al di sotto del 90% dei fondi finanziari ordinari. Questo è un parametro che è stato spesso assunto dal ministero dell'Economia e da quello dell'Università come indicatore positivo nell'uso delle risorse". Così, spiega Fabiani, "premiare atenei vicini a questo limite significa nei fatti sollecitare politica di scarso rigore nell'uso delle risorse". "Se si considera la ricerca tra i criteri di valutazione, il confronto con il Politecnico di Milano ci vede nettamente perdenti", dichiara Luigi Lacché, prorettore dell'Università di Macerata. "Il Politecnico è un ateneo destinato ad attirare risorse. Macerata, invece ha un ateneo umanistico con una 'cilindrata' diversa". Situazione più difficile nel profondo sud. Giuliano Volpe, rettore dell'Università di Foggia è piuttosto preoccupato: "Così mettono in crisi completa la nostra università. Di 39 milioni di euro, il taglio del 3% equivale a oltre un milione di euro, pari a quello che noi dedichiamo all'attività di ricerca, ora seriamente compromessa". Protesta anche Roberto Lagalla, alla guida dell'Università di Palermo: "Mi repelle concettualmente pensare che, come si evince dai risultati proposti, l'Italia sia popolata a nord di Roma da intelligenze baciate da Dio e a sud della Capitale da poveri accattoni della cultura e della ricerca". Festeggiano, invece, molti atenei del nord. "Dopo tante volte in cui siamo stati penalizzati dal sistema dei finanziamenti a pioggia, questa è una buona notizia", ha dichiarato il rettore del Politecnico di Milano Giulivo Ballio. Felice per la decisione del ministero anche il rettore di Trento, Davide Bassi: "Non posso che essere entusiasta e devo dire che una volta tanto lavorare paga. È frutto di dieci anni di lavoro strategicamente impostato". Moderata soddisfazione anche del rettore dell'antico ateneo bolognese, Pier Ugo Calzolai. (24 luglio 2009)
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'Agenzia di valutazione La Gelmini ha firmato la ripartizione delle risorse e il taglio dei corsi inutili Atenei, più soldi a quelli virtuosi Promossi 27 e altrettanti bocciati Bene Trento e i politecnici di Torino e Milano. Male Macerata, Foggia e Palermo, La Sapienza di Roma, Roma 3 e Parma di SALVO INTRAVAIA Atenei, più soldi a quelli virtuosi Promossi 27 e altrettanti bocciati Il politecnico di Torino Distribuite le pagelle agli atenei italiani: 27 università promosse e 27 bocciate. Questa mattina, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'Anvur (l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario) che assorbe il Cnvsu (il Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario) e il Civr (il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca). Agli atenei virtuosi già da quest'anno andrà un finanziamento più consistente, quelli spendaccioni e inefficienti dovranno accontentarsi di meno risorse. Ma non solo. Il ministro dell'Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini, ha firmato anche quattro importanti provvedimenti: quello sulla ripartizione del Fondo di funzionamento ordinario e del Fondo premiale, il taglio dei corsi inutili, i criteri di valutazione per concorsi da ricercatore e la direttiva per il varo dei concorsi 2008. Ma il provvedimento più atteso è senz'altro il primo, anche perché il ministero ha stilato una lista degli atenei migliori: promossi Trento e i politecnici di Torino e Milano, bocciati gli atenei di Macerata, Foggia e Palermo. Ma anche università come La Sapienza di Roma, Roma 3 e Parma. "Per la prima volta in Italia - si legge in una nota - il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha assegnato una parte dei fondi destinati alle università sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità". Il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, cioè 525 milioni di euro, è stato infatti distribuito in base alla qualità della ricerca (due terzi del Fondo premiale) e della didattica (un terzo del Fondo) degli atenei. "Prende il via, dunque, con questo provvedimento il nuovo sistema di valutazione delle università italiane, grazie al quale saranno premiati gli atenei più virtuosi sulla base di criteri riconosciuti e valutati positivamente anche dalla Crui", la conferenza dei rettori.
Per comprendere meglio l'entità delle cifre in ballo, "Trento ottiene 6 milioni di euro in più, il politecnico di Milano 8 milioni in più, Bologna 5 e Padova 4. A Foggia invece viene tolto 1 milione di euro e a Macerata meno 1,13 milioni". Ma cosa vuol dire essere virtuosi? "Trento, ad esempio, pur essendo un piccolo ateneo, è riuscito meglio di ogni altro a intercettare, attraverso propri progetti, i finanziamenti europei. I politecnici di Milano e Torino hanno conseguito risultati importanti su didattica, ricerca, capacità di autofinanziarsi, buone valutazioni degli studenti, processi formativi positivi (numero di docenti adeguato in rapporto al numero degli studenti), presenza di molti progetti assegnati dal Programma Nazionale di Ricerca", spiegano dal ministero. Due agli aspetti sondati per assegnare le risorse: qualità della ricerca e della didattica. Nel primo caso si è tenuto conto delle valutazioni del Civr sulla qualità della ricerca in base a parametri internazionali, del numero dei ricercatori e dei docenti che hanno partecipato a progetti di ricerca italiani valutati positivamente e della capacità delle università di intercettare finanziamenti europei per la ricerca. La qualità della didattica è stata valutata in base "alla percentuale dei laureati che trovano lavoro a tre anni dal conseguimento della laurea, alla capacità degli atenei di limitare il ricorso a contratti e docenti esterni evitando il proliferare di corsi ed insegnamenti non necessari e affidati a personale non di ruolo". E ancora: alla quantità di studenti che si iscrivono al secondo avendo fatto almeno i due terzi degli esami del primo anno e alla possibilità data agli studenti "di valutare attraverso un questionario la qualità della didattica e la soddisfazione per i corsi di laurea frequentati". Nella nota si sottolinea, con un pizzico di sorpresa, che "sono molte le università del Centro-Sud promosse: Roma "Tor Vergata", l'Università di Chieti e Pescara, l'Università della Calabria, l'Università Politecnica delle Marche, l'Ateneo della Tuscia, il Politecnico di Bari e l'Università del Sannio di Benevento". Tra i provvedimenti varati questa mattina c'è anche quello sul "taglio dei corsi inutili". Il ministro Gelmini ha inviato alle università una nota illustrativa in cui sono contenute una serie di misure per eliminare i corsi di laurea non necessari. Negli ultimi mesi due corsi su dieci sono stati eliminati. E con questo provvedimento sarà possibile ridurre ulteriormente la lista. Riguardo ai concorsi per ricercatore "ogni titolo scientifico dovrà essere valutato separatamente e specificamente, per evitare giudizi sommari e approssimativi. Viene inoltre richiesto, per i settori scientifici, il ricorso a valutazioni di indici oggettivi e a sistemi di valutazione internazionali, come il Peer review: la valutazione anonima di illustri accademici internazionali. "In questo modo, si dovrebbero ridurre i margini di arbitrio delle commissioni". E vengono anche sbloccati 1.800 concorsi per professore e ricercatore. La direttiva sottoscritta poche ore fa avvia le procedure per la formazione delle commissioni di concorso in base alle nuove regole per il reclutamento dei professori dei ricercatori, dove prevale il sorteggio. I membri delle commissioni verranno sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. E la valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale. (24 luglio 2009)
Polemiche dopo la presentazione del sistema meritocratico per l'assegnazione dei fondi Le università del centro-sud sul piede di guerra: Fabiani, "Il meccanismo non adeguato" La protesta degli atenei bocciati "Regole incerte, Italia divisa in due" La protesta degli atenei bocciati "Regole incerte, Italia divisa in due" NON POTEVANO mancare le polemiche alla decisione del Ministero dell'Università di introdurre misure meritocratiche per lo stanziamento dei fondi per gli atenei. Sul piede di guerra molti rettori che hanno assistito ad un taglio netto delle risorse a loro disposizione. In difficoltà molti atenei del centro sud. Roma Tre guida la rivolta. "Il meccanismo messo in atto dal governo non è adeguato a rispecchiare le performance degli atenei", ha dichiarato Guido Fabiani, rettore del terzo ateneo romano. "La cosa più importante è che il modello applicato tiene in conto marginale quelle università, come Roma Tre, che hanno destinato agli stipendi ben al di sotto del 90% dei fondi finanziari ordinari. Questo è un parametro che è stato spesso assunto dal ministero dell'Economia e da quello dell'Università come indicatore positivo nell'uso delle risorse". Così, spiega Fabiani, "premiare atenei vicini a questo limite significa nei fatti sollecitare politica di scarso rigore nell'uso delle risorse". "Se si considera la ricerca tra i criteri di valutazione, il confronto con il Politecnico di Milano ci vede nettamente perdenti", dichiara Luigi Lacché, prorettore dell'Università di Macerata. "Il Politecnico è un ateneo destinato ad attirare risorse. Macerata, invece ha un ateneo umanistico con una 'cilindrata' diversa". Situazione più difficile nel profondo sud. Giuliano Volpe, rettore dell'Università di Foggia è piuttosto preoccupato: "Così mettono in crisi completa la nostra università. Di 39 milioni di euro, il taglio del 3% equivale a oltre un milione di euro, pari a quello che noi dedichiamo all'attività di ricerca, ora seriamente compromessa". Protesta anche Roberto Lagalla, alla guida dell'Università di Palermo: "Mi repelle concettualmente pensare che, come si evince dai risultati proposti, l'Italia sia popolata a nord di Roma da intelligenze baciate da Dio e a sud della Capitale da poveri accattoni della cultura e della ricerca". Festeggiano, invece, molti atenei del nord. "Dopo tante volte in cui siamo stati penalizzati dal sistema dei finanziamenti a pioggia, questa è una buona notizia", ha dichiarato il rettore del Politecnico di Milano Giulivo Ballio. Felice per la decisione del ministero anche il rettore di Trento, Davide Bassi: "Non posso che essere entusiasta e devo dire che una volta tanto lavorare paga. È frutto di dieci anni di lavoro strategicamente impostato". Moderata soddisfazione anche del rettore dell'antico ateneo bolognese, Pier Ugo Calzolai. (24 luglio 2009) |
L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-07-25 Gelmini dà i voti alle università. Soldi in base al 'merito'. E' polemica, rettori in rivolta La Gelmini redistribuisce le risorse per le università italiane. In base al merito, afferma il governo. Infatti il ministro dell'istruzione ha dato i voti e ha bocciato 27 atenei, che avrsanno meno risorse. Altri 27 invece ne avranno di più. Per questa operazione è stato dato il via all'Anvur (l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario) che assorbe il Cnvsu (il Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario) e il Civr (il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca). Il succo è che gli atenei virtuosi già da quest'anno andrà un finanziamento più consistente, quelli considerati inefficienti dovranno accontentarsi di meno risorse. Il problema quindi sono i criteri. A giudicare dalla tabella dei promossi e dei bocciati, nonostante il ministero esalti l'atttribuzione di più fondi a atenei del centro sud, si vede che in realtà il nord avrà più soldi del sud rispetto agli anni scorsi. Il problema è che è già esplosa la polemica sui criteri in base al quale la Gelmini ha redistribuito le risorse e molti rettori sono sul piede di guerra. Il succo: usare criteri uguali per realtà ovviamente diverse crea solo confusione e ingiustizia che penalizzano gli studenti. Il ministro ha firmato nel complesso quattro provvedimenti: quello sulla ripartizione del Fondo di funzionamento ordinario e del Fondo premiale, il taglio dei corsi inutili, i criteri di valutazione per concorsi da ricercatore e la direttiva per il varo dei concorsi 2008. Il provvedimento più atteso è però il primo, perchè dà l'elenco dei promossi e dei bocciati. Trento e i politecnici di Torino e Milano si ritrovano in testa ai virtuosi, Macerata, Foggia e Palermo agli ultimi posti. Vanno male, secondo la Gelmini, anche la La Sapienza di Roma, Roma 3 e Parma. Il ministero ha emesso una nota trionfalistica: "Per la prima volta in Italia il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha assegnato una parte dei fondi destinati alle università sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità". Il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, cioè 525 milioni di euro, è stato infatti distribuito in base alla qualità della ricerca (due terzi del Fondo premiale) e della didattica (un terzo del Fondo) degli atenei. "Prende il via, dunque, con questo provvedimento il nuovo sistema di valutazione delle università italiane, grazie al quale saranno premiati gli atenei più virtuosi sulla base di criteri riconosciuti e valutati positivamente anche dalla Crui", la conferenza dei rettori.
Seguendo queste indicazioni, spiega il ministero, Trento ottiene 6 milioni di euro in più, il politecnico di Milano 8 milioni in più, Bologna 5 e Padova 4. A Foggia invece viene tolto 1 milione di euro e a Macerata meno 1,13 milioni. Essere virtuosi significa intercettare finanziamenti europei, ottenere risultati importanti su didattica, ricerca, capacità di autofinanziarsi, buone valutazioni degli studenti, processi formativi positivi. Due agli aspetti sondati per assegnare le risorse: qualità della ricerca e della didattica. Nel primo caso si è tenuto conto delle valutazioni del Civr sulla qualità della ricerca in base a parametri internazionali, del numero dei ricercatori e dei docenti che hanno partecipato a progetti di ricerca italiani valutati positivamente e della capacità delle università di intercettare finanziamenti europei per la ricerca. La qualità della didattica è stata valutata in base "alla percentuale dei laureati che trovano lavoro a tre anni dal conseguimento della laurea, alla capacità degli atenei di limitare il ricorso a contratti e docenti esterni evitando il proliferare di corsi ed insegnamenti non necessari e affidati a personale non di ruolo". la trionfalistica rappresentazione dell'iniziativa è stata turbata da due incidenti. Un gruppo dell'Idv ha tentato di interrompere la conferenza stampa a palazzo Chigi, il Pd ha chiesto conto dei tagli. "il ministro dell'università non chiarisce - chiede il senatore Rusconi la domanda che tutto il senato ha posto rispetto al dpef: verranno recuperati i soldi tagliati alle università italiane dalla legge 133 del 2008, come chiesto dal sottoscritto ma anche dal senatore del pdl valditara? Tutti i paesi europei affrontano la crisi con più risorse per ricerca e università, consapevoli che la sfida del futuro si giocherà sul sapere. L'italia farà esattamente il contrario?".
24 luglio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-07-25 Più fondi agli atenei virtuosi commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 24 luglio 2009 "Dai nostri archivi" Retribuzioni più elevate per magistrati e docenti Test per 110mila matricole Cattedre off-limits per i giovani insegnanti Università, nel "730" sconto a doppia via Sda Bocconi scala la classifica "Ft" Più fondi agli atenei virtuosi. Lo stabilisce il pacchetto università presentato dal ministro dell'Istruzione e dell'Università, Mariastella Gelmini, e approvato oggi dal Consiglio dei ministri. La nuova Agenzia (Anvur), valuterà la qualità degli atenei e della ricerca, deciderà su fondi da distribuire agli atenei migliori, valuterà la qualità degli atenei e degli enti di ricerca. Le rilevazioni prodotte saranno determinanti per distribuire una parte del Fondo di finanziamento ordinario alle università ed agli enti di ricerca che raggiungeranno i risultati migliori. Il pacchetto prevede il taglio di corsi inutili e fondi per le università virtuose. Il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, pari a 525 milioni di euro, sarà distribuito in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei. I 2/3 di questo fondo sono stati assegnati in base alla qualità della ricerca, 1/3 in base alla qualità della didattica. Arrivano criteri, definiti "più oggettivi" per i concorsi da ricercatore. Sono stati poi "sbloccati" i concorsi banditi nelle due tornate nel 2008 (che erano stati sospesi dalle nuove norme contenute nel decreto ministeriale 180) con l'introduzione del criterio del sorteggio nella composizione delle commissioni. I criteri per i concorsi da ricercatore sono "basati su parametri internazionali" e "dovrebbero, in questo modo, ridurre i margini di arbitrio delle commissioni". I concorsi sbloccati sono 1.800 e sono relativi al reclutamento dei professori universitari e dei ricercatori. Prevedono l'introduzione del sorteggio per la composizione della commissione, al fine di "evitare il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi". (N.Co.) 24 luglio 2009
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